Dal primo luglio 2021 su Amazon.com sarà disponibile A SHORT HISTORY OF ELECTRONIC MUSIC AND ITS WOMEN PROTAGONISTS, la versione inglese di “Breve Storia della Musica Elettronica e delle sue protagoniste” (Arcana Edizioni, Roma 2019) a cura di Barbara Beatrice Lavitola e Mattia Brundo di BBLTranslation, agenzia di traduzioni specializzata anche nel campo musicale grazie a traduttori e avvocati con esperienza ultradecennale, con il supporto della Fondazione Mariann-Steegmann e del Festival Heroines of Sound.
L’autrice Johann Merrich, musicista sperimentale e ricercatrice indipendente italiana, è riuscita con grande maestria e profonda conoscenza della materia a fare ordine in una manciata di nomi scollegati da un ampio panorama, confermandosi una visionaria nel mettere insieme una nuova narrazione, capace di includere testimonianze che sono state trascurate dalla storiografia ufficiale.
Il punto di vista di Merrich è il risultato di un approccio inclusivo e curioso che rifiuta i confini di genere, geografici e ora anche linguistici.
La storia delle donne nella musica elettronica è troppo spesso separata dal mondo maschile, proseguendo per quel sentiero dell’esclusione che contribuisce ad ostacolare una comprensione paritaria, diagonale e complessiva di questo tema.
Dalla nascita del Theremin al primo software commerciale destinato alla produzione di musica per computer, dal Giappone alla Russia passando per l’Europa e il Continente americano, ogni capitolo di questo libro affronta un momento specifico della storia della musica elettronica narrato attraverso composizioni ed esperienze di donne.
Abbiamo chiesto all’autrice cosa ha significato per lei la traduzione del libro in inglese.
La traduzione di questo libro in inglese non è stata solo un mero, per quanto significativo, passo in avanti della mia carriera: mi auguro che questo libro possa essere d’aiuto nel colmare una lacuna della ricerca internazionale.
Unico nel suo genere, è il primo testo che cerca non tanto di raccontare storie di compositrici poco note, quanto di stimolare la generazione di nuove abitudini nella narrazione storica.
Finora le gesta delle donne nei libri di storia, di storia dell’arte o di storia della musica appaiono solo marginalmente. Il più delle volte, in tutte le discipline, gli autori si limitano a citare una manciata di figure isolate e quasi mitologiche – come Cleopatra, Maria Antonietta, Frida Kahlo, Jane Austen o Madame Curie – come se la presenza delle donne nella storia rappresentasse un fatto eccezionale collocato ai margini di un paesaggio dominato da eroi maschili. Questa abitudine è il risultato di un vecchio schema culturale che deve essere cambiato.
Il libro si rivolge a musicologi professionisti del panorama internazionale, per aiutare a colmare le lacune lasciate dalla storiografia ufficiale, e a un pubblico più ampio di appassionati di musica elettronica contemporanea che potrebbero aver già conosciuto le sonorità di alcune delle sue più famose protagoniste.
Traduzione e aspettative: cosa cercava quando ha deciso di pubblicare anche in inglese?
Per poter tradurre questo libro cercavo innanzitutto un professionista che avesse dimestichezza con la storia della musica elettroacustica ed elettronica, con la terminologia impiegata nella descrizione di generi, stilemi e tecnologie. Un’avvocata specializzata nel campo musicale mi ha consigliato BBLTranslation e ho deciso di rivolgermi a loro.
A questo si aggiungeva il forte desiderio di riuscire a mantenere inalterato lo stile della mia scrittura, informale e semplice, anche in inglese.
Il mio modo di scrivere appartiene a una precisa strategia di sviluppo di più tipi di pubblico, è una peculiarità sviluppata nell’arco di anni con un obiettivo ben definito: essere capace di raggiungere un target ampio e trasversale, mantenendo al contempo la giusta credibilità.
Scrivere di “femminile” ed occuparsi di gender studies è poi una faccenda molto delicata: ogni parola usata, ogni declinazione viene pesata e soppesata più e più volte, alla ricerca di un linguaggio equo e inclusivo. La cura e il rispetto nei confronti di questo aspetto sono stati fattori decisivi nella scelta del traduttore.
Ai traduttori invece abbiamo dato la parola sulle sfide e le difficoltà riscontrate durante il processo di traduzione.
La difficoltà principale della traduzione è stata quella di rendere il testo più accessibile possibile senza snaturarne la forma originale, fare in modo che la voce e lo stile narrativo peculiare dell’autrice risultassero sempre chiari al lettore nell’arco di tutto il testo. La seconda, forse persino più ardua, ha riguardato la sfida di rendere in inglese il linguaggio piuttosto pittoresco utilizzato dagli autori futuristi citati nel testo.
Cosa ha suscitato in voi il libro? In particolare per Mattia che è anche musicista?
Prima di tutto un grande interesse in quanto musicista e appassionato di musica oltre che traduttore, ma soprattutto un certo orgoglio per aver contribuito ad ampliare oltre i confini nazionali il bacino d’utenza di un’opera che trovo molto importante in quanto restituisce finalmente il giusto spazio a lungo negato al fondamentale contributo delle donne nello sviluppo della musica elettronica e non solo.
Per me invece (cfr. Barbara Beatrice Lavitola), la traduzione di questo libro è un vero e proprio passo che segnerà la storia e mi sento onorata di aver dato voce a qualcosa di così grande. La traduzione da noi svolta è un chiaro esempio dell’intraducibilità di certi testi con un software di traduzione automatica come Google Translate o DeepL. La conoscenza e la formazione di noi traduttori è di primordiale importanza per ottenere il miglior risultato finale: un testo che sembra scritto direttamente inglese.
BBLTRANSLATION
Agenzia di traduzioni specializzata anche nel campo musicale, vanta traduttori e avvocati con esperienza ultradecennale nel mondo della musica. Profonda conoscenza nell’ambito del diritto d’autore, diritti connessi e tutela della proprietà intellettuale. Adattamento e localizzazione di testi per mercati stranieri, copywriting, e molto altro.